"Un silenzio irreale avvolgeva la radura, come se fosse stato un manto invisibile, leggiadro e, in qualche modo, solitario. Neanche la fauna irrompeva in quel panorama apparentemente immobile, il che tingeva il tutto con colori quasi irreali, o per lo meno bizzarri e alquanto insoliti. Come un quadro, tinteggiato da un pittore un po’ strano, o forse semplicemente pazzo, che creava sulla tela un mondo tutto suo, parvente non corrispondere alla realtà… e che, al contempo, sembrante trarre la linfa vitale del dipinto dalla realtà stessa. Il frusciare dell’erba, piegata dai primi soffi di un debole vento autunnale, era l’unico sibilo appena udibile, se ci si faceva attenzione e soprattutto se si aveva tempo da perdere in piccoli dettagli insignificanti, piuttosto che stare attenti a dove si camminava. Si, perché i colori di quel quadro non erano delicati ed intrisi di luce, o di qualcosa che potesse anche solo illuminare il paesaggio. No, erano cupi, terribilmente oscuri e tetri. Dopotutto dire che le tinte sono irreali, bizzarre e insolite non sempre sta volendo dire che esse costituiscano, nel loro insieme, qualcosa di piacevole.
L’aria d’inizio settembre era secca. Un fenomeno particolarmente strano, se si pensava che a poca distanza da lì si stagliava il regno di White Edge, il luogo dove, si diceva, le montagne fossero nate. Una leggenda alquanto assurda, eppure predominante, soprattutto in quelle zone. Ci sarebbe voluto ancora un po’ per raggiungere le vette più basse di quel paese, eppure sarebbe stato inutile. Non gli sarebbe servito a niente arrivare fino a lassù, sarebbe stata tutta fatica fatta e tempo perso. Non era quella la sua destinazione. Dove loro gli avevano chiesto di andare. Se proprio dobbiamo essere pignoli, possiamo anche dire che glielo avevano ordinato, senza giri di parole: avrebbe eseguito gli ordini, oppure sarebbe morto, fine della storia, e lui, a fare la fine del topo, non ci pensava proprio. Si era dato un gran daffare, era riuscito nella sua opera e, per quanto disgustosa gli fosse sembrata all’inizio, col tempo aveva cominciato a farsela piacere, fino quasi a reputarla un piccolo capolavoro. Un’opera ben definita, portata a termine con la massima serietà ed efficienza. Un lavoro pulito, insomma [...]"